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Per Balfour Zapler 
Articolo ricorretto e accorciato Shalom 
Kibbuz Sasa 
1/31/04 
E' 
stato un periodo logorante. Le notizie si susseguivano una dopo 
l'altra, terribili, come fulmini seguiti da tuoni insopportabili 
all'udito. Notizie che fanno parte ormai del quotidiano come quella 
dell'adultera di hamas purificata con il delitto di tre soldati al 
chek point di Erez: notizie che hanno sconvolto gli israeliani e li 
hanno divisi ancora una volta lasciando amarezza, preoccupazione e 
rabbia. Ci sono delle parole che da un po' di tempo mi e' difficile 
pronunciare o scrivere come: eliminazione, lotta, guerra, 
sangue…Sangue, quanto sangue abbiamo dovuto vedere in questi tre 
anni? Sangue che si tira via a secchi, sangue che non viene via piu' 
dai pavimenti degli alberghi e dai bar, macchie rosse di sangue sui 
sedili degli autobus, sui muri delle strade…..e un artista, e per di 
piu' israeliano, decide di creare un'opera d'arte dove su una 
piscina di sangue galleggia leggiadra una fanciulla bianca come una 
colomba. Ho il cuore avvolto nella nebbia mentre vedo quel volto , 
le labbra rosse atteggiate al sorriso: la leggiadra fanciulla aveva 
consumato un tranquillo pasto in un ristorante di Haifa, aveva 
aspettato che si riempisse completamente di gente e poi si era fatta 
saltare, imbottita di esplosivo, proprio accanto a una carrozzina 
dove c'era una neonata che dormiva. Non riesco ancora a calmarmi. A 
Orly, che era li a pranzo, quella leggiadra principessa che 
galleggia sulla piscina di sangue a Stoccolma, ha annientato la 
famiglia: il marito, il padre, la madre, due figli e uno che si e' 
salvato e' in coma a Beit Levistein con una scheggia in testa. 
Non 
ho dormito tutta la notte. Poi la notizia su tutti i giornali: Igal 
Amir si sposa con Larissa, una giovane donna divorziata madre di 4 
figli che si e' innamorata perdutamente di lui. Si e' innamorata? Di 
chi di un mostro? - Si chiede una parte dei miei concittadini. Di un 
essere abbietto che con tanto di kippa' ha prevaricato una delle 
prime e basilari 10 leggi che D-o ci ha dato per farci diventare 
popolo? Che ha disintegrato nel cuore di una generazione tante 
speranze? "Larissa si sente come in una telenovela" Noi stiamo qui, 
a dilaniarci di dubbi mentre i nostri figli indossano la divisa, a 
chiederci se sia giusto crescerli con la responsabilita' verso la 
Terra d'Israele o inculcare loro il pacifismo seruvnik e lei si 
sente in una telenovela! Un Master in filosofia, il capo coperto , 
lo sguardo timorato di D-o e si innamora dell' uomo che ha ucciso 
Izchak Rabin sparando tre colpi a sangue freddo da tre metri di 
distanza. Sono rimasta sveglia un'altra notte. Nei pochi momenti in 
cui mi addormentavo sognavo di camminare e di perdermi in una strada 
che conoscevo da sempre. Mi svegliavo con la sensazione di non aver 
piu' aria. 
Poi 
la grande festa. A Eilat. Un Mega Trance Party nel deserto, proprio 
dietro all'Hotel Princess. Erano arrivati a migliaia da tutta 
Israele ragazzi di 18, 20, 25, 28 anni quelli in crisi prima 
dell'esercito e quelli ancora confusi dopo la fine del servizio 
militare. Musica tonante, alcohol e il clou: nel bel mezzo della 
serata e' stato trasportato al centro della festa un enorme vitello 
d'oro. Un vitello d'oro, come quello che, nel deserto, davanti al 
Monte Sinai, aveva fatto venire i "cinque minuti" a Mose'…cinque 
minuti che costarono 40 anni di vagare. Quando vide il popolo 
d'Israele che danzava e si prostrava davanti all'ignobile feticcio 
costernato dalla rabbia spezzo' le tavole che aveva portato con 
tanto amore. Siamo davanti a fenomeni sconosciuti al nostro retaggio 
spirituale. Israele osserva preoccupata i nuovi volti, casi isolati 
ma esistenti del suo popolo saturo di violenza e di inquietudine in 
una realta' nella quale ci si sforza di restare sani. E' una 
continua prova alla nostra pazienza, alla lungimiranza, alla calma. 
Non c'e' un attimo di tregua, un attimo di respiro. 
E 
noi, ebrei d'Israele e della diaspora, come intrappolati in un 
incantesimo non ci rendiamo conto che dobbiamo aprire gli occhi e 
svegliarci e con urgenza e continuiamo con le accuse della destra 
alla sinistra e viceversa, degli ebrei della Gola' agli israeliani. 
Assistiamo a fenomeni assurdi come le lettere di esponenti della 
sinistra israeliana che accorrono a scusarsi verso l'autorita' 
palestinese per gli "orribili crimini" di Israele, di Benny Morris, 
professore all'Universita' di Beer Sheva che scrive un nuovo 
schizofrenico libro sugli orrori del Palmach e sugli errori di Ben 
Gurion che avrebbe dovuto cacciare tutti gli arabi nel '48. Non ci 
rendiamo conto che stiamo indebolendo il nostro spirito che e' il 
segreto principale della nostra sopravvivenza fino ad oggi. 
E' 
giunto il momento di smettere di pensare a noi stessi e pensare al 
nostro popolo e ai nostri figli, di destarci da questa ricerca di 
fama a poco prezzo conquistabile con libri, film, articoli che 
condannano Israele dall'interno. E' giunto il momento di capire che 
dobbiamo essere uniti, che dobbiamo dimenticare le divergenze 
politiche, culturali, religiose ed ideologiche e lottare insieme per 
continuare a sopravvivere. E' vero, ci siamo abituati, abbiamo 
passato momenti peggiori siamo sopravvissuti ad eccidii, ad 
olocausti, a persecuzioni e ad umiliazioni. Siamo persino troppo 
sani nello spirito nonostante cio' che abbiamo vissuto. Dovremmo 
essere un popolo malato di rancore, di odio, di rabbia, di vendetta 
e invece siamo un popolo di filosofi, artisti, commercianti, 
ricercatori e inventori. Ma siamo divisi e ora piu' che mai dobbiamo 
restare uniti. Dobbiamo avere pazienza e cercare di capire che 
quella nube grigia e greve che si sta' alzando intorno a noi potra' 
essere diradata solo se soffieremo tutti insieme. Verso l'esterno. 
Se continueremo a soffiarci addosso o uno sull'altro soffocheremo 
prima, molto prima che coloro che cercano di cancellarci dalla 
faccia della terra possano riuscirci. Dividerci nello spirito: 
questo e' il l'obbiettivo di tutti coloro che stanno risvegliando il 
mostro assopito dell'antisemitismo, del pregiudizio e dell'odio. 
E' 
il momento di usare tutte le nostre risorse perche' stanno 
minacciando la nostra sopravvivenza! E' il momento di dimenticare i 
colori politici e le ideologie e dare ad ognuno un compito, con 
fiducia, a ognuno cio che sa fare meglio al mondo: chi di noi sa 
ottenere che chieda, chi sa parlare ai cuori che incontri, chi ha 
amici importanti che spieghi, chi sa mediare e negoziare che 
affronti, chi sa pregare che preghi e chi sa combattere che sia 
pronto a difendere. E' successo con Giuseppe in Egitto, con il 
Maaral e Rodolfo a Praga, dobbiamo incoraggiare chiunque tra noi 
possa dare un contributo per affrontare questo mostro a mille teste 
che minaccia la nostra esistenza. In questo momento dobbiamo essere 
uniti e trasmettere valori di positivita', di speranza, di 
tolleranza, prima di tutto ai figli del nostro popolo e di riflesso 
al mondo intero. Dobbiamo risvegliare i valori che ci hanno tenuto 
in vita per secoli. Non sappiamo piu' come si accende il fuoco e il 
luogo nel bosco e la preghiera con cui ci si rivolgeva al Signore 
nei momenti di sofferenza, ma conosciamo questa storia. Sappiamo che 
esiste una preghiera, delle azioni che ci hanno salvato dal Faraone, 
dallo Zar, da Torquemada e da tutti gli Amalek della storia! 
Vogliamo solo una cosa piu' di ogni altro bene al mondo e la 
vogliamo tutti, tutti: ebrei religiosi, laici, ebrei ashkenaziti e 
sefarditi, ebrei di Israele e ebrei della Gola': vogliamo vedere i 
nostri figli crescere sani e liberi di vivere la propria identita', 
liberi di mangiare o non mangiare mazzot a Pesach senza timore che 
si risalga a quattro generazioni indietro per perseguitarli e 
sterminarli per la loro appartenenza al popolo ebraico. Vogliamo 
continuare a festeggiare le nostre feste, ad accendere le nostre 
candele a leggere i nostri salmi e a parlare la nostra lingua nella 
nostra terra rispettando tutte le tradizioni e le culture del mondo 
senza essere considerati diversi. Perche' questa e' la nostra gioia, 
perche' siamo un popolo che ama la vita. Vogliamo avere il diritto 
di essere, solo, semplicemente e finalmente noi stessi. Come ogni 
altra creatura che Lui ha creato! 
Dr. Angelica Calo' Livne' 
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