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Il ritiro da Gaza.
di Angelica Calò Livnè.

Vico Hersh mi si avvicina e sorride mentre leggo sulla bacheca dell'entrata alla sala da pranzo del kibbuz l'invito alla megamanifestazione di oggi: "Chi l'avrebbe mai detto che un giorno saremmo andati a manifestare a favore di Sharon!!! Saremo in molti oggi alla manifestazione per il ritiro da Gaza! Ho incoraggiato anche i miei figli ad andare, Etty si e' appena congedata dall'esercito. Era da quelle parti a fare il suo servizio." Vico e' giunto in Israele dalla Svizzera con il mio stesso gruppo, quasi 30 anni fa. Siamo stati educati allo stesso movimento giovanile sionista. "Ma ci credi tu a queste manifestazioni?" gli domando."Scherzi?" Mi dice- "Questa e' la nostra forza, la dimostrazione piu' pura del nostro essere un paese democratico, che non accetta le decisioni di pochi. E' un passo educativo, e' uno statement della maggioranza del popolo che e' stanco alla guerra che vuole raggiungere un dialogo a tutti i costi, con tutti i sacrifici, le rinunce e le complicazioni che questo comportera'"!

Nel momento in cui iniziera' il dibattito alla Kenesset, partira' dal Museo di Gerusalemme un corteo di giovani, di organizzazioni per la pace, di rappresentanti di tutti i partiti, centinaia di migliaia di persone, e si fermera' li davanti in silenzio a manifestare la propria volonta' di uscire dalla striscia di Gaza.

Questo ritiro, quando avverra', sara' di nuovo per opera della destra israeliana, come fu per il Sinai e come fu per i trattati di pace con la Giordania: il Partito Laburista prepara il campo e poi il Likud puo' godere dei frutti perche' non c'e' piu' nessuno all'opposizione. E noi, il popolo siamo felici. Shimon Peres l'ha detto, per fare la pace ci vogliono i politici ma per costruire la pace ci vuole il popolo. Ed eccoci qua, a fare spettacoli, a fare manifestazioni, a progettare programmi per l'apertura verso il diverso, verso le altre culture e le altre religioni.

Il popolo d'Israele. D-o ci disse che saremmo stati "Or LaGoim" "la luce per le genti". E c'e' tanta luce in un popolo che oggi va a manifestare affinche' il suo governo smantelli decine di migliaia di persone dalle proprie case, ebrei come noi, che avevano costruito la' il proprio futuro sperando in una convivenza di pace. 21 insediamenti: Morag 36 famiglie, Homesh 42, Kfar Darom 85, Nissanit 280, Neve' Dkalim 513 famiglie e cosi via. Migliaia di persone dovranno lasciare la propria casa casa che in un secondo tempo verra' distrutta come accadde nel Sinai. Il governo paghera' migliaia di dollari di indennizzo. Tutto questo affinche' a Gaza si calmino le acque.

Riusciranno le giovani madri, gli insegnanti e gli adulti palestinesi a far capire ai loro ragazzi la grandezza di questo passo, a chiudere con il passato e a cominciare a costruire con positivita'? Riusciranno a vedere questa nostra mano tesa verso di loro? Ci sara' qualcuno che ci aiutera' a spiegare ai nostri vicini che e' tempo per tutti di sollevarsi dalle macerie? Ci sara' qualcuno al Parlamento europeo, in America che potra' andare e spiegare loro che non stiamo uscendo per paura, ma per una scelta alla quale siamo arrivati con coraggio e sofferenza affinche' i nostri figli e i loro crescano nella vita e non nella morte. Esiste qualcuno che potra' far da ponte tra noi? Che potra' quietare la rabbia, l'offesa, il dolore di tutte le parti? Eravamo gia pronti a questo passo, da tempo, Barak aveva gia' proposto questo ritiro ma scoppio' la seconda intifada. Migliaia di morti, di invalidi, di famiglie dimezzate. Ora ci riproviamo. Terra in cambio di sicurezza.

Sicurezza significa pace. Significa stop ai kamikaze, alle cinture esplosive, ai missili Kassam, all'odio gratuito. Significa che l'Autorita' palestinese liberi finalmente la sua gente dai campi profughi e crei posti di lavoro, scuole e oppurtunita' per tutti. Noi siamo pronti a collaborare!

Dopo Gaza sara' la volta di 4 insediamenti in Giudea e Samaria.
Come dicono gli ebrei ortodossi: noi non siamo che tasselli di un grande mosaico, possiamo vedere il tassello accanto a noi, quello sopra e quello sotto. C'e' solo Uno che vede tutto dall'alto. Ma noi siamo i suoi collaboratori e dobbiamo fare del tutto per continuare ad elaborare cio che ci ha dato.
Solo in futuro potremo sapere se questo passo sia stato giusto o no. Cosa e scaturito dalle nostre scelte e chi aveva visto con chiarezza cosa serebbe successo in futuro.
Una cosa e' sicura. Siamo in buona, buonissima, purissima fede.

Dr. Angelica

 

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