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Rabbi Akiva. . .
di Angelica Calò Livnè.

Rabbi Akiva , uno dei piu’ grandi Rabbini della storia ebraica, insegnava che Hashem – il Nome , come viene denominato il Signore, nasconde la Sua Santità nelle cose che ci circondano… Anche se non possiamo vederla, essa c'e. E’ nostro compito guardare nella profondità delle cose, per trovare questa Santità e rivelarla. Per tutta la sua vita Rabbi Akiva insegno’ agli altri come guardare le cose in profondita’, oltre cio’ che gli occhi non possono vedere. (Tratto dalla mailing di Mamash.it di Rav Shlomo Bekhor)

E’ stata una settimana intensa di ricordi: gli ebrei di tutto il mondo si sono uniti in un sol respiro nella propria memoria collettiva e con loro tutte le persone che non dimenticheranno mai , tutti coloro che per coscienza, per coraggio o per saggezza hanno voluto dire Mai Piu’. Le immagini di numeri tatuati su un braccio, di mucchi di corpi bruciati, di uomini e donne senza luce negli occhi si susseguivano sugli schermi e nei giornali, per ricordarci che non bisogna smettere nemmeno per un attimo di cercare quella Santita’, di anelare ad essa. E’ un dovere cercarla nelle cose che ci circondano, insegnare il modo per imparare a vederla, trasmettere l’esigenza di trovarla. Sono passati 60 anni e ancora si incita alla morte e all’odio. Sono passati 60 lunghi anni e nessuno e’ ancora riuscito a spiegarsi cosa sia accaduto nella mente di esseri umani apparentemente simili a tutti gli altri. E’ urgente infondere il desiderio di Santita’, la gratitudine per il Creato, per tutto il ben di D-o che ci e’ stato destinato. E’ un ordine e oggi e’ attuale piu’ che mai: dobbiamo imparare a ringraziare, a sforzarci di completare la Sua opera e a difenderla dalla distruzione, da tutti coloro che non sono in grado di vedere al di fuori di se stessi, da tutti coloro che non sanno capire il valore della vita. Dobbiamo inventare il modo di parlare ai cuori, di scuotere le menti assopite, insegnare a guardare il mondo che ci circonda in profondita’, a dare un valore ai suoni, agli odori, ai colori, a rivalutare i sentimenti, i sogni dell’uomo, la fantasia, ricordare in ogni attimo della nostra vita che siamo qui per una missione e se ancora non abbiamo scoperto quale sia la sua natura guardiamoci intorno e cerchiamo di ascoltare, di vedere oltre. Etty Hillsum, la giovane ebrea olandese morta ad Aushwitz nel 1943 scrisse nel suo diario: D-o, vedi come ti tratto bene. Non ti porto soltanto le mie lacrime e le mie paure, ma ti porto persino, in questa mattina grigia e tempestosa, un gelsomino profumato.

Se una donna a cui e’ stato negato il diritto di vivere, se persone a cui e’ stato sottratto tutto, anche la propria famiglia, se l’ intero popolo d’Israele si e’ risollevato da tutto il dolore del mondo restituendo a se stesso una dignita’ e una casa senza smettere nemmeno per un attimo di cercare la Santita’ nelle cose, tutti possono e hanno il dovere di farlo.

Dr. Angelica Calo' Livne'

 

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