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 Il giornale tedesco Berlin 
Morgenpost ha pubblicato (domenica 8/2/04) un dossier dell'OLAF, 
l'organizzazione europea contro la frode, nel quale viene dimostrato 
che Yasser Arafat ha usato 1 miliardo di dollari destinati al popolo 
palestinese per suoi scopi personali. Noi, gli israeliani e loro i 
palestinesi, siamo qui a tentare di sopravvivere fisicamente e 
moralmente per un altro giorno e Arafat invia 100 mila dollari al 
mese a Suha, la sua cosorte, per le spesette ai magazzini Lafayette 
di Parigi. Noi siamo qui a difenderci dai dardi dell'odio e i 
palestinesi sono li a suicidarsi per il troppo rancore mentre Arafat 
chiude in un conto segreto 900 milioni di dollari. Noi siamo qui a 
disperarci vedendo i nostri figli in divisa mentre dall'altra parte 
della barriera si insegna ai bambini che la vera vita e' la morte e 
Arafat finanzia, con il denaro dell'Europa che doveva essere 
destinato all'educazione, alla sanita', alla costruzione e 
all'alimentazione, le Brigate dei Martiri di Al Aksa. Ci sono volute 
157 firme di membri del Parlamento europeo per poter aprire 
l'inchiesta. Ci sono voluti mesi di umiliazioni allo Stato di 
Israele per il suo "comportamento vergognoso" nei confronti del 
Rais, principe prigioniero e indifeso nella Mukata nel mese di marzo 
del 2002. Il mondo intero era in pena per le sorti del pover'uomo 
imprigionato tra quelle mura, circondato da pacifisti che cercavano 
di bloccare con il loro corpo i soldati israeliani che senza batter 
ciglio raccoglievano le prove, centinaia di documenti che 
dimostravano come Arafat pagava a suon di dollari ogni attentato 
suicida. Dollari donati generosamente e faticosamente da gente 
ignara, denaro detratto dalle tasse degli europei che usato con 
amore avrebbe risolto da anni il conflitto che ci sta' dilaniando. 
Denaro che, usato da personalita' umanamente elevate, empatiche 
verso il dolore e la sofferenza del proprio popolo avrebbero dato 
vita a scuole con le finestre che si affacciano sul mare azzurro di 
Gaza, come a Tel Aviv, Universita' tra le colline di Ramallah, come 
a Gerusalemme, ospedali circondati da fitti boschi tra i monti di 
Hebron come a Zfat e una gioiosa festa di Natale a Betlemme ogni 
anno come ormai, per via della paura e della mancanza di pellegrini, 
non si vede piu' neanche da noi e in tutto il Medio Oriente. Vivere 
insieme e' possibile, gli esseri umani sono simili e la diversita' 
e' un'avventura avvincente da scoprire. Dobbiamo imparare a tenere 
gli occhi aperti e a salvaguardare il mondo da chi vuole annullare 
il futuro dell'Umanita'. 
Dr. Angelica Calo' Livne' 
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