BERESHEET LA SHALOM TEATRO ARCOBALENO

Stampa 2010
 
 

 

 
  

Prosegue la cooperazione tra il gruppo
Beresheet-La Shalom e i centri di
formazione provinciali 
di Fabio Landi

Questa è la terza occasione di collaborazione tra il gruppo arabo – israeliano Beresheet-La Shalom e i centri provinciali: lo scorso anno fu rappresentato, a Roma, lo spettacolo "Beresheet - In principio" (parabola didattica sulla primigenia unità ed appartenenza solidale del genere umano e sulla successiva insorgenza del conflitto) e, a novembre 2009, un gruppo di allievi del centro di Marino ha partecipato al viaggio di studio in Galilea, approfondendo la storia e le tradizioni gastronomiche locali.

In questo caso, tra il 23 febbraio e il 3 marzo prossimi, il gruppo di giovanissimi attori e animatori socio-psicologici, tornerà a trovare gli allievi dei nostri centri dell'obbligo formativo, per realizzarvi attività ludico-teatrali di rinforzo dell'identità personale e delle dinamiche positive di appartenenza al gruppo. In concreto, il gruppo realizzerà un progetto con il quale - attraverso il gioco, la dinamica di gruppo, le arti e la riscoperta del legame con la natura - i ragazzi potranno consolidare la propria personalità, scoprire e risvegliare i talenti e le risorse personali. Attraverso un lavoro accurato di consolidamento del gruppo, scopriranno e svilupperanno un percorso di esercizio della leadership positiva, rafforzeranno la fiducia in se stessi e si trasformeranno in un veicolo di sviluppo e riferimento anche per i propri compagni.

Il team comprenderà otto giovani formatori: quattro ragazzi ebrei e quattro arabi (età media 19 anni), che operano in Galilea per diffondere i valori della multiculturalità e del dialogo. La task force sarà guidata dalla drammaturga Edna Calò Livne, esperta in progetti di animazione e valorizzazione della multiculturalità. Nelle quattro ore di durata dell'incontro con i centri provinciali, sono previsti esercizi destinati a creare l'affiatamento del gruppo e attività di improvvisazione teatrale (per arricchire il repertorio degli allievi in termini di relazione, conoscenza dell'altro, mediazione e risoluzione pacifica dei conflitti).

Qual è la linea di continuità tra questa iniziativa e le attività poste in campo dall'amministrazione provinciale a favore degli adolescenti in formazione? Dal punto di vista della problematiche che si intende affrontare, la radice va ricercata nella sempre più massiccia presenza, all'interno del mondo giovanile (scuola e formazione professionale, con poche differenze), di fenomeni di intolleranza, violenza contro le persone e le cose, bullismo, sessismo e razzismo, che rendono sempre più labile il confine tra i comportamenti all'interno dei contesti educativi e i comportamenti di strada, spesso caratterizzati dalla caduta libera dei valori e delle forme di identità collettiva. Per prevenire e contrastare questi fenomeni, da tempo l'amministrazione provinciale ha posto in campo un incisivo intervento di prevenzione della dispersione e di lotta al bullismo in particolare. Tra l'altro, la ricerca-intervento realizzata dal Dipartimento di psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione dell'Università "La Sapienza" di Roma sul Disagio adolescenziale e dispersione formativa dei giovani in obbligo formativo, ha già rivelato in quale grado un processo di progressiva "educazione al recupero e alla gestione delle emozioni" possa essere positivamente correlato al superamento delle criticità in essere.

Il progetto del gruppo Beresheet-La Shalom cerca di intervenire proprio sulla potenzialità racchiusa nella possibilità di vincere la paura dell'affettività, dei sentimenti e – a partire da questo percorso – di destrutturare il terreno di conquista e di azione del "bullo" e dei suoi complici, attivi e passivi. Già la ricerca-intervento citata, e ancor più il corso multimediale di aggiornamento dei formatori predisposto dalla Provincia di Roma con l'obiettivo di rafforzare le competenze necessarie a riconoscere i fenomeni e anche a gestirli in prima emergenza, avevano "seminato" il terreno e innalzato il livello di attenzione dei giovani, dei genitori e degli operatori sul fenomeno.

Si tratta ora di tornare sul tema e di rafforzare l'intervento avviato, valorizzando soprattutto la risorsa costituita dalla capacità di operare da parte di una sorta di "gruppo di pari" rispetto ai gruppi classe dei centri provinciali. Se questo gruppo di giovanissimi animatori arabo-israeliani si è lasciato alle spalle gli odi e i rancori infiniti che può generare una guerra pluridecennale, questo evidentemente significa che esso potrà insegnare qualcosa ai gruppi dei nostri adolescenti, che magari spesso possono dividersi ed entrare il conflitto per il possesso di un cellulare, o per un complimento di troppo a una fidanzata altrui.

Al fianco del contenuto didattico dell'intervento di Beresheet-La Shalom, è questo - credo - il meta-messaggio forte dell'esperienza, un segnale tanto semplice quanto forte che ci parla dell'adolescenza come culla originaria di ogni convivenza e amicizia possibili.

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* Fabio Landi è Dirigente del Servizio 4 - Politiche educative e qualità della vita - Dipartimento III
"Servizi per la Formazione, il Lavoro e la promozione della Qualità della vita"
pubblicato: Martedì, 9 Marzo 2010

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FEBBRAIO/MARZO 2010