"Cio' che ci unisce e' la passione per il teatro!" Attraverso il
teatro abbiamo scoperto che la nostra vita e' una storia bellissima,
che la vita degli altri e' una ricchezza, che la passione per
qualcosa e' una benedizione, che attraverso l'arte, la poesia, la
musica e l'amore si puo' sconfiggere il nulla. Siamo qui davanti a
voi, armati solo di emozioni, di speranza e di paure trasformate in
coraggio a dirvi che si puo'. Che ci sono mille strade per dare un
senso alla vita che D-o ci ha donato. Che ci sono mille strade per
togliersi la maschera che ci impedisce di guardare la vita e di
goderne e che noi, anche se con fatica, abbiamo avuto il coraggio di
tirar via. Siamo qui a ringraziarvi per averci accolto, per aver
capito la nostra sofferenza di adolescenti abituati alla morte e
alla paura. Siamo qui per ringraziarvi di averci dato fiducia, di
averci ascoltato mentre recitavamo e danzavamo dinnanzi a voi,
ridendo e piangendo, la nostra vita di ogni giorno. E non ci hanno
capito solo gli amici degli Scalpellini, di Elsinor o di Palcoreale,
che ci hanno accompagnato in ogni citta' in cui abbiamo
rappresentato "beresheet". Il nostro messaggio d'amore non e' stato
colto solo da Franco Palmieri che e' un uomo di teatro, da Don
Luigi, Don Carlo o don Lorenzo che sono uomini di Chiesa o dai
signori Fano, Hodara o Shamma che sono ebrei come parte di noi! No,
il messaggio e' stato recepito da tutti. Anche da quel signore
palestinese che era tra il pubblico. Anche da quei liceali che hanno
detto "Meglio vedere il vostro spettacolo che stare a lezione di
matematica" e poi sono venuti a tutti gli altri spettacoli e anche
di sera a farci visita e anche da certi ragazzi di cui si dice non
abbiano nulla da dare. Perche' quando dici con semplicita' che la
vita va vissuta con rispetto verso D-o e verso l'Uomo ti capiscono
tutti. Perche' l'amore e' disarmante e' sconvolgente nella sua
totalita'. Ti cambia la vita. Ti risveglia, ti fa ridere, ti rimette
in discussione ed inevitabilmente ti scaraventa nella realta', ti
rimette in gioco. Eravamo la davanti al pubblico, come uno specchio,
la gente si rifletteva e si chiedeva in cuore: chi sta' recitando
noi o loro?
A chi ci ha chiesto "Cosa puo' importarci cosa
succede in Israele?" abbiamo raccontato la poesia Il disertato di
Martin Niemhoeller:
Prima vennero per gli ebrei
e io non dissi nulla perché non ero ebreo.
Poi vennero per i comunisti
e io non dissi nulla perché non ero comunista.
Poi vennero per i sindacalisti
e io non dissi nulla perché non ero sindacalista.
Poi vennero a prendere me.
E non era rimasto nessuno che potesse dire qualcosa.
Siamo stati sommersi di affetto, siamo tornati a
casa pronti per raccontare intorno alla tavola imbandita di Pesach,
la nostra liberazione dall'Egitto mentre i canti dei bambini del
Collegio Rotondi che lodavano il Signore prima della Pasqua ancora
echeggiano nei nostri cuori.
Stiamo risalendo le scale...eravamo giu' giu'
giu', nel buio, ma ora stiamo risalendo le scale e non siamo soli!
Siamo molti ma molti di piu' di cio che si possa immaginare, ci
diamo forza l'uno con l'altro e il bene e il bello ci scoppiano
dentro e questa sara' "l'esplosione" piu' bella del mondo!
E quando saremo su, col fiato grosso, con le
vertigini, dopo che avremo aspettato con pazienza tutti coloro che
dovevano riposare, che dovevano decidere se togliere la maschera,
coloro che erano stati presi da un malore, che non avevano nessuna
intenzione di salire, potremo ammirare le colline, i tetti delle
case, le cupole, i luoghi santi e le persone. Potremo essere piu'
vicini a D-o e riempirci di energie davanti a tutte le Sue
bellezze.....
e trascineremo con noi tanti altri. Tutti coloro che si fanno
travolgere dal bene!"
Dai frammenti di discorsi tra i Ragazzi
dell'Arcobaleno, la gente del pubblico di ogni eta' e Angelica.
Con affetto
Dr. Angelica Calo' Livne'
|