Questa è la terza occasione di collaborazione tra il gruppo arabo
– israeliano Beresheet-La Shalom e i centri provinciali: lo scorso
anno fu rappresentato, a Roma, lo spettacolo "Beresheet - In
principio" (parabola didattica sulla primigenia unità ed
appartenenza solidale del genere umano e sulla successiva insorgenza
del conflitto) e, a novembre 2009, un gruppo di allievi del centro
di Marino ha partecipato al viaggio di studio in Galilea,
approfondendo la storia e le tradizioni gastronomiche locali.
In
questo caso, tra il 23 febbraio e il 3 marzo prossimi, il gruppo di
giovanissimi attori e animatori socio-psicologici, tornerà a trovare
gli allievi dei nostri centri dell'obbligo formativo, per
realizzarvi attività ludico-teatrali di rinforzo dell'identità
personale e delle dinamiche positive di appartenenza al gruppo. In
concreto, il gruppo realizzerà un progetto con il quale - attraverso
il gioco, la dinamica di gruppo, le arti e la riscoperta del legame
con la natura - i ragazzi potranno consolidare la propria
personalità, scoprire e risvegliare i talenti e le risorse
personali. Attraverso un lavoro accurato di consolidamento del
gruppo, scopriranno e svilupperanno un percorso di esercizio della
leadership positiva, rafforzeranno la fiducia in se stessi e si
trasformeranno in un veicolo di sviluppo e riferimento anche per i
propri compagni.
Il
team comprenderà otto giovani formatori: quattro ragazzi ebrei e
quattro arabi (età media 19 anni), che operano in Galilea per
diffondere i valori della multiculturalità e del dialogo. La task
force sarà guidata dalla drammaturga Edna Calò Livne, esperta in
progetti di animazione e valorizzazione della multiculturalità.
Nelle quattro ore di durata dell'incontro con i centri provinciali,
sono previsti esercizi destinati a creare l'affiatamento del gruppo
e attività di improvvisazione teatrale (per arricchire il repertorio
degli allievi in termini di relazione, conoscenza dell'altro,
mediazione e risoluzione pacifica dei conflitti).
Qual è la linea di continuità tra questa iniziativa e le attività
poste in campo dall'amministrazione provinciale a favore degli
adolescenti in formazione? Dal punto di vista della problematiche
che si intende affrontare, la radice va ricercata nella sempre più
massiccia presenza, all'interno del mondo giovanile (scuola e
formazione professionale, con poche differenze), di fenomeni di
intolleranza, violenza contro le persone e le cose, bullismo,
sessismo e razzismo, che rendono sempre più labile il confine tra i
comportamenti all'interno dei contesti educativi e i comportamenti
di strada, spesso caratterizzati dalla caduta libera dei valori e
delle forme di identità collettiva. Per prevenire e contrastare
questi fenomeni, da tempo l'amministrazione provinciale ha posto in
campo un incisivo intervento di prevenzione della dispersione e di
lotta al bullismo in particolare. Tra l'altro, la ricerca-intervento
realizzata dal Dipartimento di psicologia dei processi di sviluppo e
socializzazione dell'Università "La Sapienza" di Roma sul Disagio
adolescenziale e dispersione formativa dei giovani in obbligo
formativo, ha già rivelato in quale grado un processo di progressiva
"educazione al recupero e alla gestione delle emozioni" possa essere
positivamente correlato al superamento delle criticità in essere.
Il progetto del gruppo Beresheet-La Shalom cerca di intervenire
proprio sulla potenzialità racchiusa nella possibilità di vincere la
paura dell'affettività, dei sentimenti e – a partire da questo
percorso – di destrutturare il terreno di conquista e di azione del
"bullo" e dei suoi complici, attivi e passivi. Già la
ricerca-intervento citata, e ancor più il corso multimediale di
aggiornamento dei formatori predisposto dalla Provincia di Roma con
l'obiettivo di rafforzare le competenze necessarie a riconoscere i
fenomeni e anche a gestirli in prima emergenza, avevano "seminato"
il terreno e innalzato il livello di attenzione dei giovani, dei
genitori e degli operatori sul fenomeno.
Si tratta ora di tornare sul tema e di rafforzare l'intervento
avviato, valorizzando soprattutto la risorsa costituita dalla
capacità di operare da parte di una sorta di "gruppo di pari"
rispetto ai gruppi classe dei centri provinciali. Se questo gruppo
di giovanissimi animatori arabo-israeliani si è lasciato alle spalle
gli odi e i rancori infiniti che può generare una guerra
pluridecennale, questo evidentemente significa che esso potrà
insegnare qualcosa ai gruppi dei nostri adolescenti, che magari
spesso possono dividersi ed entrare il conflitto per il possesso di
un cellulare, o per un complimento di troppo a una fidanzata altrui.
Al fianco del contenuto didattico dell'intervento di Beresheet-La
Shalom, è questo - credo - il meta-messaggio forte dell'esperienza,
un segnale tanto semplice quanto forte che ci parla dell'adolescenza
come culla originaria di ogni convivenza e amicizia possibili.
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* Fabio Landi è Dirigente del Servizio 4 - Politiche educative e
qualità della vita - Dipartimento III
"Servizi per la Formazione, il Lavoro e la promozione della Qualità
della vita"
pubblicato: Martedì, 9 Marzo 2010
http://provinzformazione.informaservizi.it/Articoli/Buone_Pratiche/
Prosegue_la_cooperazione_tra_il_gruppo_Beresheet_La_Shalom_e_i_centri_di_formazione_provinciali