BERESHEET LA SHALOM TEATRO ARCOBALENO


I ragazzi della compania «Teatro delle Verita'» raccontano. . .

 

1) OR  ZELLNER, 18 anni -Kopius
Proviene dal Moshav En Habshor .Vive nella comuna di Akko. "Faccio parte del movimento 'Hashomer Hatzair (La Giovane Guardia)', quindi sono abituato a vivere, lavorare e condividere le mie giornate con gli altri, da settembre abito in una comuna ad Akko. Si tratta di un anno di volontariato in cui lavoriamo per portare i valori del nostro gruppo in posti in cui i bambini vivono situazioni difficili. Cerco di portare un messaggio di Pace, in primis con il mio esempio: non faccio le cose che non condivido, io per primo. Se si vuole costruire e’ necessaria solidita’ non ipocrisia. Non e’ sempre facile ma e’ necessario.
…Anne in The Sky…uno spettacolo che mi tocca dentro. Tempo fa ho fatto un viaggio in Polonia e per me e’ stato un vero trauma vedere I luoghi in cui sono stati deportati I miei nonni: la memoria e’ un valore , sapere e’ un valore, insegnare a non ripetere e’ un valore. Il nostro e’ un teatro particolare fatto di persone che credono nel valore del dialogo , di persone che cercano di abbattere I pregiudizi . Un bagaglio di esperienze che sto portando anche nel mio lavoro quotidiano…e funziona.! Mi chiedi se non penso di essere solo un sognatore…beh, no, perche’ io sono ancora vivo e questa e’ la mia vita reale.”

2) YAEL  GEIFMAN, 19 anniAnna Frank che danza
Proviene dalla cittadina di  Kfar Saba. Vive nella comuna di Akko.

“Ho fatto la scuola superiore di danza. Amo moltissimo danzare, e’ come un fuoco nelle ossa, non posso farne a meno . Il teatro e’ l’altra mia grande passione , vorrei fare l’attrice, e appena Kfir mi ha detto di questa opportunita’ ho accettato. E’ una cosa che mi da forza, mi fa sentire viva. E poi questo teatro ha un valore aggiunto. Vedi, anch’io faccio parte dell’Hashomer Hatzair , vivo nella comuna e ogni giorno mi occupo di bambini provenienti da famiglie molto povere e con molti problemi sociali. Hanno perso la fiducia negli altri e in loro stessi ed e’ bellissimo quando piano piano senti che ricominciano a parlare di cose importanti, di valori.
Il nostro messaggio e’ portare la speranza.

Penso che questo teatro sia una bellissima opportunita’ per far conoscere il nostro Paese, nella sua parte piu’ positiva. Come faccio ad essere amica di ragazzi arabi? Semplicemente non vedo la differenza: semplicemente parliamo, semplicemente , come persone. E’ solamente un sogno? Sai, se fossi da sola sarebbe difficile credere.... ma non sono sola, guardaci. Pure tu adesso ne fai parte. E’ reale. Sai che ti dico , se noi smettiamo di sognare allora pure il mondo scomparira’poiche’ questa e’ la nostra realta’. Ogni giorno  ”

3) SAGI   TAL,19 anni  - Otto Frank
Viene dal Kibbutz Eilon, sul confine con il Libano. Attualmente vive nella comuna di Akko.

“I miei due sogni sono fare l’attore e riuscire a fare qualcosa per unire le persone, qui, nella mia terra.  In questo teatro posso fare entrambe le cose: recitare e conoscere altre culture. C’e’ una canzone in Israele che dice che tutti possono parlare di Pace ma non tutti la fanno veramente. Voglio continuare a far parte di questo gruppo per dimostrare agli altri e a me stesso che e’ possibile. I miei genitori all’inizio erano un po’ scettici ma mi hanno appoggiato e questa mia esperienza ora da luce anche alla loro vita. La Pace e’ solo un sogno? Be’  io sogno molte cose. Per esempio sogno spesso di volare, come un’aquila, ma e’ una cosa che non posso realizzare con le mie mani. La Pace si, la posso costruire, giorno dopo giorno.”

4) GALI  GEBEROVICH,  18 anni Edit Frank
Viene dalla cittadina di  Kfar Saba.   Vive nella comuna di Akko.

“La mia famiglia, I miei genitori sono stati contenti quando hanno saputo di questo teatro. Mi spiace un po’ per mio fratello. Da poco tempo e’ diventato molto religioso, ortodosso, e non so perche’ ma questa esperienza sta cambiando la sua mente. Sta diventando un po’ troppo chiuso e restrittivo. Pero’ e‘ mio fratello e anche se non comprende questo mio progetto e’ felice per me. Io ritengo questa esperienza molto importante. Durante il giorno mi occupo di educazione e questo e col teatro e’ sicuramente un percorso educativo. La gente nel mondo non sa qual’e’ la nostra vera realta’: c’e’ cosi’ tanta energia da esprimere che fare la guerra proprio non ha senso. Questo dovrebbero capirlo tutti, anche qui. Essere in questo gruppo mi aiuta, qui trovo la comunicazione che non trovo fuori, quando non siamo qui non e’ cosi’ facile vedersi. Sto imparando che se vuoi che le cose comincino a cambiare, devi prima di tutto cambiare il tuo punto di vista, pulire la tua mente e trovare un nuovo inizio. Sogno? Quando ho conosciuto Kfir, pensavo fosse un ottimista un po’ frivolo, sempre allegro (ai miei occhi proprio senza motivo…!) , sognatore, simpatico certo ma del tutto scollegato dalla realta’…almeno da quella in cui vivevo io…Poi sono entrata nel teatro e mi si e’ aperta la porta di un nuovo mondo , reale tanto quanto quello di prima, ma di certo molto piu’ bello. Ho capito quali erano i motivi del suo sorriso costante, e tutto questo non’ e’ di  certo un’illusione perche’ la sto vivendo. Molti mi chiedono se non farei meglio a lottare , combattere per difendere il mio paese invece di raccontare favolette: io penso che la stessa energia che usiamo per distruggere la possiamo usare per costruire.“

5) TAL PELED ,18 anni  - Anna Frank che scrive
Viene da Kfar Saba, una citta’ vicino a Tel Aviv. Vive nella comuna di Akko.

“La mia e’ una famiglia colorata! Mia madre viene dal South Africa mio padre dall’Inghilterra, si sono conosciuti qui in Israele. Avere origini cosi’ diverse mi piace perche’ mi offre una prospettiva diversa, un altro sguardo, anche nei confronti del mio paese. Mia madre e’ venuta da sola in Israele quando aveva 19 anni. Non e’ stato facile, ha lasciato famiglia e amici, in quel tempo non aveva  ne’ internet ne’ il cellulare quindi comunicare con casa era veramente complicato. Ma l’amore per la sua terra e le sue radici sono state piu’ forti di qualsiasi difficolta’. Il South Africa e’ una terra bellissima ma lei vuole vivere qui e la capisco: anch’io non penso che potrei vivere altrove. Per questo cio’ che mi auguro per il futuro e’ Pace nella mia famiglia e Pace nel mio paese. Certo qui abbiamo molti problemi ma spero che nel tempo in cui avro’ una famiglia mia tutto sara’ migliore. E lo spero anche perche’ Israele e’ l’unica terra per gli Ebrei. Io desidero  vivere in pace anche con persone di altre religioni, penso che tutti possiamo vivere insieme se c’e’ rispetto reciproco. Questa e’ una cosa difficile da capire per alcuni miei amici. Lo ammetto, alcuni odiano gli Arabi senza nemmeno conoscerli perche' hanno paura. Io fortunatamente faccio parte di un gruppo che mi ha aperto la mente. Uno dei valori principali del Movimento Giovanile e’ il dialogo, la ricerca del confronto, e far parte di questo gruppo di teatro mi sta facendo capire ogni giorno di piu’ il valore di quelle parole. ”

6) ELIAN   SAMAN, 20 anni  - Ufficiale nazista
Viene da Piquin, un villaggio arabo cristiano.

“La mia famiglia e’ abbastanza aperta, da noi le donne hanno gli stessi diritti degli uomini. E questa puo’ sembrare una cosa piccola ma e’ molto importante. La vita qui non e’ facile. Prima di entrare in questo teatro ero un ragazzo violento, arrabbiato e razzista. Odiavo gli ebrei, tutti. Un giorno la mia insegnante di inglese ci ha parlato di questo teatro: io non volevo andare, lei mi ha detto -dai, solo per vedere- e mi sono detto  _magari trovero’ qualcosa che mi fara’ cambiare idea- . non ci credevo veramente ma in fondo ci speravo perche’ nessuno qui in fondo al cuore vuole davvero la Guerra, neanche uno come me, o meglio , uno come ero prima. Prima di trovare quello che non avrei mai immaginato. A parole non lo riesco ancora a spiegare so solo che mi e’ successa una cosa bellissima. Tutta la mia famiglia e’ felice per me. Sono una persona completamente diversa, ora mi sembra di essere davvero “me”, ma per arrivare a questo mi sono dovuto togliere la maschera. Una maschera di odio e pregiudizi che non pensavo nemmeno di  avere. E questo non ha cambiato solo il mio modo di relazionarmi agli ebrei, ha cambiato il mio modo di pormi con le persone in generale, con la vita.  Ora penso che potrei cercare di convincere i miei amici a venire, a provare  pure loro a togliersi la maschera. Nel mio villaggio ci sono 4 religioni: drusi, cristiani, mussulmani ed ebrei e la cosa triste e’ che non abbiamo un punto in cui incontrarci. Non parlo di cultura ma di un semplice pub . Magari potrei iniziare a lavorare su questo. Hai qualche idea?”

7) EYNAT   BOKER, 19 anniMargot Frank
Proviene dal Moshav Ben Ami in Galilea, attualmente e' volontaria in un'associazione che aiuta  ragazzi disabili a vincere le loro paure attraverso sport extreem.

“La mia famiglia e’ molto contenta che io faccia parte di questo gruppo di teatro. Ma non e’ tutto facile. Mia madre non crede  che questo nostro progetto possa cambiare le cose nel mondo, e’ contenta per me ma non crede nella potenza del messaggio. Io penso che dovrebbe provare ad aprire la sua mente e lasciarmi provare questa strada fino in fondo. Non importa se non mi vuole seguire, mi basta sapere che mi appoggia, sai, penso che forse per lei sia un po’ piu’ difficile essere positiva perche’ ha vissuto cose che l’hanno segnata. Quindi forse questo nostro andare avanti non e’ solo per noi ma anche per chi come lei non ha la forza di credere ma in fondo ci spera… io non penso di essere una sognatrice, certo non credo che staremo tutti assieme in pace gia’ da domani, magari nemmeno fra un mese o fra un anno , ma il fatto che il dialogo e’ iniziato, che la comunicazione e’ solida e’ un dato di cui chi ci guarda non puo’ dubitare, e’ reale.  Io faccio parte dell’ Hashomer Hatzair, un movimento che ti da’ l’opportunita’ di aprire la tua mente al confronto costante. Noi stiamo dedicando un anno della nostra vita al volontariato per aiutare bambini in situazioni difficili. E’ un’esperienza dura ma formativa. Penso che quando andro’ all’esercito questo bagalio sara’ per me molto prezioso. Ora dentro di me porto due messaggi speciali: nel gruppo  trovo costruzione personale e apertura mentale come valori primari ; nel teatro trovo un  modo per esternare tali valori. ”

8) SHEER  BIRNBAUM, 19 anni – Ufficiale nazista
Proviene da Kfar Iona. Attualmente vive nella comuna di Akko.

“Le mie tre grandi passioni sono il basket, il paint-ball e il teatro. E so che quella che sto vivendo e’ una grande opportunita’ perche’ l’anno prossimo andro’ all’esercito. Non  so se e’ una cosa che da fuori si puo’ capire. Dovro’ difendere il mio paese e la domanda che mi pongo piu’ spesso ora e’ come.
Quando ho scelto di fare un anno di volontariato, non e’ stato solo per l’Hashomer Hatzair, ma per fare qualcosa in generale per la societa' in cui vivo. Desidero per la societa’ un destino migliore. Il mio scopo e’ mostrare alle persone , ai bambini che incontro, che non c’e’ mai un solo punto di vista e che il modo in cui ci si relaziona puo’ cambiare. Secondo me qui il problema maggiore non sono i soldi, la religione, o il governo. Il problema e’ il modo in cui ci si affaccia alla vita, a priori: se un ragazzo vive male, se cresce nell’odio, nella paura e nei pregiudizi, sara’ difficile aprirlo all’accoglienza e al dialogo. Il vero problema  e’ trovare un modo efficace per dare possibilita’, possibilita’ di gioco, lavoro, studio, famiglia,… vita. Il supporto della mia famiglia per me e’ stato molto importante: quando parlo di una nuova idea o un nuovo progetto non mi dicono: "Non farlo" ma: "Pensa a quello che stai facendo e sii responsabile".  Penso che questo genere di cose e  quello che siamo in questo teatro rappresenti il futuro di Israele. Che ognuno faccia la sua scelta, con responsabilita’, testa e cuore. ”

9) DOR  AVIAM ,18 anniDottor Dussel
Viene da Kfar Vradim in Galilea lavora con bambini di 6-10 anni allontanati dalle famiglie per maltrattamenti.

Come prima cosa ti dico che la mia piu’ grande passione nonche’ arte eccelsa e’ quella di far ridere le persone, costantemente. A volte e’ persino fastidioso…sai magari cerchi di fare il carino e lei ride…va be’…dicevamo..ah si, passioni. Il teatro e le relazioni sociali (…non so se mi spiego…hi hi hi).
Ok saro’ serio. Qui in Israele la societa’ non vive proprio un bel periodo. Rapportarsi agli altri e’ difficile, c’e’ molta paura, diffidenza. Come dicevo io credo molto nel valore dei rapporti umani e sono felicissimo di aver incontrato questo gruppo di ragazzi. Qui il dialogo c’e’ . C’e’ costruzione  e rispetto. Estendere a tutta Israele questo stile di vita per ora e’ ancora un sogno ma penso che se sempre piu’ persone si uniranno a noi, piano piano sara’ reale. E poi dai…come faccio a non esserti simpatico!!!’’

10) AYA  RUBINSHTEIN, 18 anni – Signora Van Daan
Proviene dal Kibbutz Eilon, sul confine con il Libano, lavora con adolescenti allontanate dalle proprie famiglie per maltrattamenti.

“Mio padre ha colleghi di lavoro arabi. Alcuni dei migliori amici della mia famiglia sono arabi. Con loro condividiamo tutte le feste. Mi fa sempre molta rabbia quando sento dire che tutti gli israeliani odiano gli arabi e che tutti gli arabi odiano noi. Certo le cose non sono facili ma credo che si debba cercare di fare qualcosa. Il nostro gruppo di teatro e’ ancora una piccola realta’ ma nel suo piccolo mostra che migliorare e’ possible. Anche i miei genitori credono nei nostri ideali.  Niente inizia dal nulla. Forse c’e’ solo una possibilita’ su un millione che le cose cambino, ma non provarci nemmeno mi sembra davvero uno spreco. Dopo l’esercito mi piacerebbe continuare il percorso nel teatro e diventare arte-terapeuta. L’arte aiuta a mettersi a nudo, a superare  i blocchi interiori, i traumi, a diventare piu’ leggeri e aperti .  E so che qui la gente ne ha un gran bisogno.”

11) AMEED  SLAYEH, 23 anni - Kraler
Proviene da Eilaboun, un villaggio arabo della Galilea.

‘Moussa mi ha parlato di questo teatro: per questo dico che divulgare il messaggio a chiunque conosci e’ importante. Io vivo ogni giorno a contatto con ebrei. Sono un volontario dell’ambulanza e molti miei colleghi sono ebrei. Studio a Tel Aviv  e li questa situazione di vita comune e’ presente. E’ una citta’ in cui convivono diverse culture. Ammetto che questa mescolanza genera problemi. A volte e’ difficile capirsi e questo perche’ la gente e’ molto chiusa. Cio’ che fa la differenza in questo gruppo e’ che ci sentiamo ormai come una famiglia. C’e’ affetto e rispetto. Rispetto: un valore da diffondere.
Penso che il nostro lavoro sia solo all’inizio, per far funzionare le cose abbiamo bisogno che sempre piu’ persone credano nel nostro messaggio. Perche’ questo avvenga abbiamo bisogno che sempre piu’ persone ci vedano. Credo che per chi ci vede sia impossibile rimanere indifferente. Credo fermanente che ci siano moltissime persone che vogliono vedere la pace. Diverse culture, diverse lingue, diverse religioni, diversi stili di vita ma un unico scopo: La Pace.’

12) KFIR  Calò Livné, 18 anni – Peter Van Daan
Proviene dal Kibbutz Sasa. Vive nella comuna di Akko.

“Sono nato a Sasa ma quando avevo 4 anni la mia famiglia si e’trasferita in Italia per una missione educativa. Papa’ e mamma erano stati nominati rappresentanti dell’ Hashomer Hatzair a Roma. Fin da piccolo ho vissuto nell’ambiente del gruppo, anche i miei fratelli ne facevano parte. Per me quindi parole come rispetto, fratellanza, dialogo e condivisione sono naturali. Tornato in Israele ho iniziato a studiare pianoforte e a frequentare un progetto speciale: un giorno a settimana l’Universita’ ospita bambini che hanno superato un esame speciale. A 10 anni puoi studiare cose come criminologia, filosofia, arte, e’ un’esperienza fantastica! 

Penso che questo progetto sia un buon esempio in generale. Se dai ad una persona la possibilita’ di poter esprimere tutte le sue potenzialita’ di sicuro si sentira' meglio, piu’ appagata. E oggi qui molti dei problemi derivano dal fatto che le persone non hanno possibilita’, non hanno mezzi e tempi per poter esprimere e conoscere la loro vera natura, il loro valore.  Penso che il teatro sia un ottimo posto per cominciare ad esprimersi. Ti posso assicurare che fra le persone che ho conosciuto, anche quelli che all’inizio dicevano di non avere niente da dire ora sono molto piu’ attenti a cio’ che li circonda e di cose da dire ne hanno molte, piu’ di questo…! Ho studiato al liceo teatrale-musicale, sono stato campione di Triatlon, ho fatto la guida al campeggio dei bambini colpiti dal terrorismo . ho sentito storie terribili, storie di bambini che a 9 anni hanno salvato tutta la loro famiglia e hanno vissuto cose che non puoi nemmeno immaginare. Ora vivo nella comuna di Akko e per un anno sono volontario. Questo gruppo di teatro? E’ l’esperienza piu’ fantastica che ho provato sino ad ora!!!  E’ un gruppo bellissimo fatto da persone che amo con tutto il cuore. Siamo come una famiglia. Una volta durante un dibattito dopo lo spettacolo, un signore fra il pubblico dice: -voglio fare una domanda al ragazzo arabo- subito ho preso il microfono e in italiano ho detto –tu sai vedere chi e’ arabo e chi e' ebreo qui? Se il mio tono ti infastidisce sappi che la tua domanda ci ferisce. – Quando vedo Elian Mousa o Aya, non penso questo e’ arabo, quella ebrea, li penso come ragazzi, amici, compagni di viaggio. Forse per me e’ facile perche’ questo modo di pensare lo sento in casa da quando ero piccolo, fa parte di me, e’ un insegnamento che ho ricevuto. Quindi credo nell’importanza di diffonderlo questo insegnamento. Se ha funzionato per me non vedo perche’ non possa funzionare ancora.   A chi ci dice che siamo solo idealisti dico:  _Prima vedi lo spettacolo!- saro’ presuntuoso ma sono sicuro che fa effetto, ogni volta, e la forza del mio pensiero deriva dal fatto che non sono solo. Per questo vi dico che piu’ saremo piu’ potremo rendere grande questo progetto.”

Hleiheil Abir – Miep, child in the camp  del Villaggio Musulmano Jish, campionessa di Karate di Israele 2004, cintura nera terzo dan. Ora studia Educazione fisica al Wigate College tra i piu' i prestigiosi d'Israele.

Michail Mussa – Mr. Van Daan del Villaggio arabo Pequiyn, in Galilea, uno dei villaggi piu' gettonati dai katiusha hezbollah. Studia psicologia clinica.

Or Calò Livné – bambino  del Kibbuz Sasa, il piu' giovane del gruppo,
da sempre vive l'intercultura, l'accoglienza e l'apertura verso ogni creatura.

 Ha raccolto le piccole testimonianze Milena Gadioli, a Sasa per uno stage con
Beresheet LaShalom sull'Educazione al dialogo attraverso le Arti.


 

 
BERESHEET LA SHALOM TEATRO ARCOBALENO




"L'Educazione a tutti i livelli è uno dei mezzi pricipali per costruire una cultura di pace."
[United Nations, Res/53/243/1999]

 

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