"Per disegnare un sorriso sul loro volto"
Da alcuni anni, la Fondazione Beresheet LaShalom
che e' nata con l'ideale di Educare alla pace e
al rispetto per le differenti culture attraverso
le Arti, organizza un viaggio per ragazzi ai
quali è mancato un genitore o un fratello o
feriti loro stessi a causa degli attacchi
terroristici perpetrati in Israele. Il viaggio,
che si trasforma sempre in un'avventura magica e
ricca di significati, ha lo scopo di alleviare
le loro sofferenze e ridar loro le energie di
cui necessitano per affrontare la loro difficile
vita. Durante l'anno raccogliamo fondi,
cerchiamo una struttura dove ospitarli e il
progetto, che abbiamo denominato "Per disegnare
un sorriso sul loro volto", e' stato attuato gia'
in Toscana, in Campania e a S. Marino.
Quest'anno, dopo la guerra che ha sconvolto
Israele e il Libano nell'ultima estate e dopo
sette anni di missili sulle cittadine del sud
del Paese, abbiamo ideato un nuovo progetto: far
incontrare ragazzi della Galilea, della
cittadina di Sderot e ragazzi libanesi di Zadal
[1]
coetanei di diverse etnie e religioni che hanno
vissuto in prima persona i bombardamenti, i
rifugi e i duri eventi della guerra. E' stato un
piccolissimo seme difficile da piantare per
creare la Pace che ognuno di noi tanto sogna.
Attraverso una vacanza indimenticabile
all'insegna dell'affetto sincero e la scoperta
l'uno dell'altro, i ragazzi si sono accorti di
quante affinita' esistono tra loro e di quante
persone strordinarie e buone si contano al mondo
al di la' del male che ormai sono abituati a
temere.
Questa volta ci ha ospitato il comune di Cava De
Tirreni - un piccolo gioiello alle spalle della
Costa Amalfitana che racchiude in se' storie e
tradizioni millenarie ma soprattutto la volonta'
sincera di aiutare, collaborare e condividere il
proprio patrimonio culturale.
Eravamo ospiti in un palazzo del 1600
trasformato da Convento a scuola e oggi in Casa
di ospitalita' e Centro Cuturale. I due giorni
trascorsi a Sasa per amalgamare il gruppo non
erano bastati per far attutire le tensione del "Colore
rosso", l'allarme che avverte i cittadini di
Sderot che ci sono appena 15 secondi per trovare
un riparo e per riuscire a rendere piu'
disinvolti i ragazzini libanesi "ospiti" in
Israele ormai da 7 anni, lontani dalle loro
case, dalle loro terre, dalle loro famiglie
perseguitate dagli Hezbollah. I ragazzi ebrei e
arabi del teatro Arcobaleno aiutati da Gal,
Michal e Maharan, accompagnatori instancabili,
hanno sfoderato con arte le "lezioni di dialogo
e convivenza" imparate nel corso di questi anni,
ma non e' facile per un ragazzo di Sderot
abituato a stare all'erta anche di notte,
condividere improvvisamente la stanza con un
arabo sconosciuto...."Sono gli arabi che
lanciano i missili kassam...come puoi pretendere
che io dorma con un arabo...come posso fidarmi?"
e con il ricordo dei missili katiusha in testa e
nel cuore, Bilal, Ibrahim e Dia si affidano a
noi adulti, alla nostra destrezza nello spiegare
ai loro coetanei che anche loro non vogliono la
guerra...esattamente come i bambini di Sderot,
che anche loro temono i missili, hanno incubi
notturni e vorrebbero un futuro diverso e piu'
sereno e vorrebbero che anche dall'altra parte
del confine lo capissero.
E' stato un viaggio lastricato di ostacoli.
Secondo la Kabbalah le difficolta' incontrate
sulla strada rendono piu' dolce e piu' profondo
il sapore di cio che si e' conquistato. E' stato
difficile dall'inizio: ogni anno la
disponibilita' a contribuire diminuisce, ad
organizzare le entrate gratutite o scontate a
Pompei, sul vaporetto per Amalfi, per entrare al
Parco d'Acqua, per ricevere i visti speciali per
i ragazzi Libanesi......ma tutto e tutti coloro
a cui ci siamo rivolti in piena estate, compreso
Ferragosto, si sono messi in moto: dal Console
d'Italia in Israele, con tutti i funzionari
dell'Ambasciata, al Sovrintendente dei Beni
culturali, ad alcuni imprenditori Cavesi, che ci
hanno dato la possibilita' di far incontrare a
questi ragazzi un mondo fantastico: dagli
sbandieratori della tradizione medievale che
hanno trascorso con loro un pomeriggio intero ad
insegnare la loro arte, ai Cavalieri della
Pergamena Bianca con i quali i ragazzi hanno
cavalcato su carrozze antiche e fastose per le
vie della citta'. La tensione e' scesa
lentamente, il sorriso ha iniziato ad apparire
su tutte le labbra, le telefonate a casa si sono
fatte piu rade. Non piu arabi o ebrei, non piu'
cristiani o musulmani, ci sono voluti tanti
giorni, tanto amore, con la sensazione di non
farcela piu' per la stanchezza...come quando
dopo ore di doglie dici: "E' l'ultimo, e'
l'ultimo figlio...non ne faccio piu'..non ce la
faccio piu'!" poi...dopo un ultimo disperato
sforzo te lo mettono in braccio..e dimentichi
tutto.
Si sono separati in lacrime dai ragazzi degli
scout, abbracciando ancora una volta Donatella
loro coetanea, Antonio Armenante, Assessore alle
Politiche Internazionali, che ci ha accompagnato
lungo tutto il viaggio. Davanti a un'imponente
colomba di ceramica dove un artista aveva
tracciato i nomi di tutti i partecipanti al
viaggio e che rimarra' come ricordo all'entrata
del Municipio.
E ora, ci prepariamo per il prossimo anno.
A. Edna Calò Livné
Cristiani
maroniti i cui genitori appartenevano
all'esercito del sud del Libano. Sono ora
rifugiati nel nord d'Israele e se ne contano
circa 3000.
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