Teatro Arcobaleno Rainbow Theatre

Stampa 2004

La sfida di due donne!
di Lorenzo Montanari

“La guerra fa parte della nostra vita e dei nostri pensieri, entra dentro tutte le relazioni, di coppia, con i figli, con gli amici…Tutto intorno a noi grida: dolore! E noi siamo nel mezzo.”

Ed è questa condizione, questa sensazione di vivere eternamente in questo stato di permanente transizione ed incertezza tra la morte e la vita. Tra la vita negata dalle tragedie quotidiane e la speranza di costruire un ponte di comprensione reciproca, che trascenda le rispettive colpe ed incomprensioni.

Un sogno che nasce come utopia e diventa giorno dopo giorno sempre più realtà attraverso le opere quotidiane di due straordinarie donne come Angelica Calò Livnè, ebrea romana, allieva del rabbino Toaff, che vive a Sasa dal 1975, in un Kibbutz di frontiera tra Libano e Siria, dove opera come educatrice in Galilea promuovendo il Teatro dell’Arcobaleno con ragazze e ragazzi ebrei, arabi, drusi, circassi, cristiani e musulmani; e Samar Sahhar, palestinese, cristiana, che vive a Betania, dove opera nella casa “Jeel Al Amal” (Generazione della speranza) che ospita più di cento bambini palestinesi orfani o abbandonati, di religione musulmana, e dove dirige una scuola con 300 alunni palestinesi. Cinque anni fa ha cominciato una nuova iniziativa “La casa di Lazzaro”, per le bambine, le ragazze-madri e le donne in difficoltà. Da poco ha creato un panificio per dare pane e lavoro e prossimamente darà vita ad un’infermeria. Nel mese di maggio 2004, ad Angelica e Samar è stato conferito ad Assisi il premio “Donne per la Pace”.

In Italia lo scorso febbraio, per una serie di incontri presso scuole, teatri e centri culturali del nord Italia, le abbiamo incontrate per farci raccontare la loro sfida per la pace: un sogno calato e vissuto sempre più nella realtà.

1. Samar e Angelica -rispettivamente palestinese e cattolica la prima, israeliana e laica la seconda appartenenti a due mondi storicamente differenti e contrapposti, ma unite da una “travolgente” forza interiore -come nasce la vostra amicizia?
Luigi Amicone, direttore del settimanale Tempi, mi chiese di intervistarla a Gerusalemme est. Dopo tante esitazioni, sentii che dovevo andare.

Dopo 10 minuti sentimmo che c'era tra di noi un legame che andava al di la del terreno. Al dila del fatto che Samar nominava Gesu' ogni due frasi e io non mi dimenticassi nemmeno per un attimo di essere ebrea...che non esisteva piu' nessun conflitto. C'erano due donne, due madri, e la volonta' di continuare a vivere.

2. Che cosa vi spinge a perseguire con tale determinazione il sogno di una pace reale tra palestinesi e israeliani, nonostante le reciproche ingiustizie quotidiane?
Il fatto che abbiamo avuto la grazia di conoscerci, di scoprire la nostra profonda diversita', l'attaccamento di ognuna di noi due al suo popolo e alla sua tradizione, ci unisce ancora di piu', ci da' la forza di dare il meglio di noi stesse, di cercare in tutti i modi il bene piu' profondo per chi amiamo e questo si puo ottenere solo attraverso l'amore, la pace, il dialogo e il rispetto sincero.

3. Quali sono i vostri strumenti di aggregazione, i vostri progetti con cui vi ponente come ponte di mezzo tra palestinesi ed israeliani?
L'educazione. La convinzione profonda che la positivita'e la speranza possano essere un motore di crescita, di cambiamento e di miglioramento per il mondo.
Un amore vero, sincero per il buono e il giusto per tutti.

4. In fine, con uno sguardo sul presente, cosa vi aspettate dalla nuova leadership palestinese ed israeliana rappresentata da Abu Mazen e da Ariel Sharon? Si può parlare veramente di una nuova “primavera israelo-palestinese”?
Assolutamente si. Bisognera' sostenere, incoraggiare tutti coloro che ancora credono. Bisognera' fermare con determinazione tutti coloro che avvelenano la speranza. Come?

Continuando ad andare per la nostra strada!
Baci Ang


 

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