Con Angelica e Samar
Lionella
28 dicembre 2004
E’ appena suonata la campanella, inizia la terza
ora di una solita mattina scolastica e sto per entrare in terza B
–“Prof …possiamo palarle?”-
E’ Marguerite di 5°, con Irene. –“Potrebbe venire a Salvatronda a
parlare di Angelica e Samar?”- mi chiedono.
Margherite ha ripreso, lo scorso due ottobre, lo spettacolo
beresheet, al teatro Accademico in una serata indimenticabile.
-“Stiamo organizzando in parrocchia…..”- Ci accordiamo, ci
incontriamo la sera del giovedì seguente.
Conosco Michela che con grande entusiasmo e passione mi parla del
coro di giovani che anima e in cui canta con Irene. Mi racconta che,
dal 2002, con il coro hanno proposto alla comunità di Salvatronda di
vivere un Natale diverso, meno consumista e più riflessivo e lo
hanno fatto attraverso le canzoni.
Quest’anno vogliono proporre anche di fare. –“La signora Laura
(vicecomandante della polizia municipale di Castelfranco) aveva
parlato ad un’amica catechista di Samar e di Angelica. Così –
continua Michela – abbiamo fatto nostro l’obiettivo dei bambini del
catechismo che hanno ‘adottato’ l’orfanotrofio di Samar. Vogliamo
invitare la comunità la sera del 18 dicembre; i bambini porteranno i
cartelloni di riflessioni e pensieri, il coro canterà e lei prof, ci
parlerà di Angelica e Samar…”-
Torno a casa entusiasta. Telefono alla signora Laura, aveva
assistito ad una conferenza di Angelica e Samar lo scorso maggio
(avevano svolto un ciclo di conferenze invitate da Asolo Libro
Festival) e ne era rimasta molto colpita.
Ed arriva la sera del 18 dicembre, dopo altre telefonate ed
incontri per chiarire la scaletta della serata dal titolo “Se
bastasse una canzone… per aiutare Angelica e Samar”.
Giovanni mi accompagna (e mi sostiene).
La chiesa in breve tempo si riempie di bimbi, giovani, mamme,
papà, nonni.
Le luci si abbassano.
Il coro canta “Se bastasse una canzone”.
Io presento la testimonianza su Angelica e Samar, amiche, sorelle,
madri coraggio e racconto di ciò che hanno costruito, di ciò che
fanno e dei loro progetti. Su uno schermo scorrono le immagini di
Lazarus Home, del panificio, di Bershit….. concludo il mio
intervento porgendo un invito-speranza che si costruiscano tanti
ponti tra Castelfranco ed Angelica e Samar e che molte persone si
uniscano ai loro sogni. Racconto la storia dell’uccellino che
emoziona tutti i presenti.
Si alternano il coro che propone canzoni di pace e speranza ed i
bambini che leggono le loro riflessioni e scopro che la storia
dell’uccellino è diventata argomento del catechismo.
Il coro saluta con Happy day.
Molti gli applausi, molte le promesse, tanta la voglia di
continuare per i progetti di Angelica e Samar.
Incontro tante persone, rivedo un alunno di alcuni anni fa.
Grande il desiderio di fare assieme il pane, grande il desiderio
di salire assieme su un palco.
Con Miche ed Irene ci ripromettiamo che questo progetto
continuerà!
Usciamo, Giovanni mi sorride e mi dice–“Sei andata bene, la
prossima volta mettici ancora più pathos!”- Contraccambio il sorriso
e penso che i figli sanno dare giudizi e consigli.
Ci sentiamo felici di essere amici – fratelli di Angelica e Samar
e di farle conoscere.
Alzo gli occhi ed Orione brilla in questa notte fredda e tersa.
Angelica e Samar, anche i vostri nomi sono due stelle, che si sono
accese nel cielo della speranza e della gioia.
Lionella
28 dicembre 2004
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