KO
HA-ITALKIM
Mara Marantonio Bernardini, 14 gennaio 2009
Kol Ha-Italkim, il Bollettino trimestrale di informazione dei cittadini
israeliani di origine italiana, celebra con un numero speciale i 60 anni
della nascita dello Stato di Israele. Esso si presenta nella forma di un
bel quadernone di scuola, con le pagine trattenute da una spirale e, in
copertina, una significativa foto del Presidente della Repubblica
italiana Giorgio Napolitano, in occasione della sua recente visita.Apre
il periodico l’intervento del Direttore, Miriam Della Pergola -dal
significativo titolo, di sapore herzliano “Se vorrete non sarà un
sogno”- la quale, dopo aver riportato le diffuse critiche, solo in parte
condivise, circa la corruzione dell’attuale classe dirigente, la scarsa
inventiva nelle politiche sociali e il “collasso dell’istruzione a tutti
i livelli dall’asilo all’università” (mi domando quale opinione si
formerebbero tali censori se guardassero la situazione di casa nostra!),
tuttavia non può fare a meno di rilevare quanto il complessivo livello
di vita del Paese sia cresciuto anche solo negli ultimi trent’anni; come
esso si trovi nei primi posti al mondo nell’hi-tech, nelle scienze (!),
nei brevetti e come sia nata e si sia sviluppata una cultura illustrata
da poeti, scrittori, artisti, nati nel Paese e/o che nello stesso hanno
potuto esprimersi appieno.L’intervento si chiude con il doloroso
rammarico, più che mai acuto in queste difficili settimane di guerra, di
non essere riusciti -ancora- a trovare quella via della pace, che dia la
possibilità a Israele e ai suoi vicini di vivere un’esistenza tranquilla
e sicura.
Sergio Della Pergola pone l’accento sull’esigenza di valutazione piena
di quel capitale di persone, idee, istituzioni che costituiscono la
struttura portante grazie alla quale Israele esiste e cresce . Una
materia prima essenziale per la vita e lo sviluppo dello Stato, assai
più, aggiungo io, di quanto potrebbero rappresentare il petrolio o altre
fonti energetiche. Al di là della sicurezza e delle tematiche legate al
conflitto arabo/israeliano/palestinese, il Paese deve affrontare grandi
sfide, sul piano dell’identità e della politica, a cominciare dalla
necessità di mantenere il suo ruolo di imprescindibile punto di
riferimento culturale e spirituale (oltre che scientifico e tecnologico
per tutto il mondo globalizzato) per l’intero popolo ebraico. Dal suo
interessante punto di vista di demografo, il Prof. Della Pergola ricorda
come, negli ultimi decenni, due direzioni opposte di sviluppo abbiano
determinato un costante aumento della popolazione ebraica (e totale) in
Israele e una diminuzione della stessa nelle comunità nella diaspora.
Ciò è dovuto, nel primo caso, ad una natalità che è la più alta fra
tutte le società sviluppate; mentre nel secondo all’adozione dei modelli
minimi tipici della realtà circostante (famiglie con al massimo un
figlio). Ne consegue che l’importanza di Israele rispetto all’ebraismo
mondiale cresce progressivamente, fino a raggiungere oggi il 41% del
totale.
Il numero del Bollettino si sfoglia volentieri perché, tra l’altro, è
arricchito da immagini che pongono in suggestivo confronto l’ “allora…”
e l’ “oggi”, intervallate da foto della vita quotidiana; come quella, ad
esempio, di un gruppo di persone in calesse, che magari sono stanche per
il lavoro svolto nei campi , ma hanno l’aria di chi sta molto bene con i
propri compagni.
Sotto il titolo “La mia aliah” sono raccolte le testimonianze di diverse
persone illustri, alcune delle quali sono carissime amiche. Due donne
sorridenti, anzitutto nel cuore, sono Anita Olamy Glass, cui la vita,
ormai cinquantennale, in Israele ha offerto la grande ricchezza di
servire la causa di questo Paese accanto all’amato marito Hanan, e
Angelica Edna Calò Livne (Angelica per antonomasia), una vera Madre di
Israele, la quale, forte di una solida formazione ebraica, si è
stabilita, circa trent’anni or sono, proprio nella “Galilea delle
genti”, tra l’altro per diffondere, in seguito pure attraverso
l’esperienza teatrale, il suo messaggio di pace e convivenza.
Non manca un puntuale resoconto dell’importante visita compiuta dal
Presidente Napolitano, accompagnato da una folta delegazione di
operatori economici; tale circostanza poi è stata l’occasione per un
appuntamento di eccezionale importanza. A Gerusalemme, dal 25 al 27
novembre, si sono infatti svolti i dialoghi italo-israeliani (“La
letteratura e l’impegno”) nei quali si sono trovati ed hanno dialogato
tra loro esponenti della letteratura dei due Paesi che non necessitano
di presentazione: da Claudio Magris a Avraham Yehoshua, da Corrado
Augias a David Grossman, da Alessandro Piperno a Etgar Keret, da Alon
Altaras a Marina Valensise, da Aharon Appelfel a Elena Loewenthal, tanti
altri…alle scrittrici israeliane, che da qualche tempo affascinano
pubblico e critica, anche nostrani, con le loro opere profonde.
Un’esperienza stupenda, raccolta in un libretto, utilissimo da studiare
e consultare, che proprio Anita Olamy Glass mi ha donato e alla quale
sono davvero grata. Vi sono anche altri articoli nel Bollettino, che
invito a leggere per il notevole interesse che rivestono, a cominciare
dalle pagine che si occupano delle infami leggi razziste del 1938. Un
ringraziamento di cuore quindi alla redazione di Kol Ha-Italkim, al
lavoro della quale ben si adattano le parole con le quali Sergio della
Pergola chiude il suo articolo: “La durata della vita umana può essere
limitata nel tempo, ma il messaggio ideale che da essa emana può durare
in eterno”.
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